Consumato intrattenitore, ma anche tessitore di storie nelle quali la grazia trobadorica si fonde con racconti di vita vissuta, di eroi sconosciuti e di esistenze bruciate, Allan Taylor continua a riproporsi al pubblico di tutto il mondo con la sua caratteristica voce, immediatamente riconoscibile, dolcissima e scura, e il suo stile chitarristico personale.
Nel corso degli anni il suo album “The Traveller” vince il Grand Prix du Disque de Montreaux come miglior disco europeo dell’anno, mentre nel 2001 “Colour to the Moon” raccoglie unanimi consensi per la grande maturità compositiva, a testimonianza dell’altissima qualità compositiva che ha caratterizzato e continua a segnare l’intera carriera di questo grande artista.
“Hotels and Dreamers”, premiato come miglior disco dell’anno in Germania, raccoglie un pugno di canzoni di straordinaria intensità, che si aggiungono al vecchio canzoniere di Taylor che, è giusto ricordarlo, sono state riprese da oltre cento artisti di varie nazionalità nel mondo intero; la sola “It’s Good to See You” è stata reinterpretata più di una sessantina di volte, in dieci lingue differenti. “Leaving at Dawn”, uscito nell’aprile del 2009, ci presenta un ritorno a un modo compositivo ed esecutivo molto vicino al folk degli anni Sessanta e Settanta del quale è un maestro riconosciuto, insieme con Richard Thompson e Dick Gaughan.
La sua poesia è fatta di chilometri macinati sulle strade del mondo e di persone incontrate o solamente incrociate: ogni sua canzone è una fotografia, il racconto di una vita al bar davanti a una birra o un buon bicchiere di vino. E come le storie raccontate in questo modo, le sue canzoni sembrano poi aver fatto da sempre parte della sua vita. E l’ultimo suo disco, il doppio “Down the Years I Travelled”, si rivela un autentico evento musicale, che vede la partecipazione –fra gli altri- del figlio Barnaby, Chris Leslie, Kevin Dempsey, Maartin Allcock, Rick Kemp.
Ascoltarlo dal vivo, accompagnato dalla FVG Mitteleuropa Orchestra in esclusiva per Folkest 2013, sarà un’occasione in più per, come afferma Allan all’inizio di ogni suo concerto, “Sit back and enjoy the journey”.